mercoledì 8 giugno 2011

ACQUA e REFERENDUM...

Le tante persone che si sono mobilitate per l’acqua, segnalano problemi concreti e meritano rispetto. La gran parte di loro è in buona fede, e più ancora, accomunata da un sincero desiderio di fare del bene.

Ma chi si occupa da anni del tema dei servizi pubblici, e dell’acqua in particolare, non può che restare esterrefatto e inorridito di fronte alla mistificazione e alla brutale semplificazione che è in corso. Abbiamo ruoli e tendenze politiche diverse, ma di fronte a dati scorretti, notizie vere ma assemblate in modo tendenzioso, oppure autentiche leggende urbane, non possiamo non reagire.

Un modo per offrire qualche decisivo spunto di riflessione prima del voto.


DIECI MOTIVI PER DUBITARE DI QUANTO SI E’ DETTO IN QUESTI MESI

1)
Ci si dice che il voto è “per l’acqua pubblica”. Il referendum riguarda anche rifiuti e trasporti. Esaminando le leggi ci si accorge che nessuno ha mai negato che l’acqua sia pubblica. La cui valenza di servizio universale, accessibile a tutti e garantito a tutti, non è, non è mai stata, in discussione.

2)
Ci si dice che la “gara” è l’anticamera della svendita al privato. Al contrario, la gara può essere il modo - per l’azienda pubblica – di mostrare le proprie virtù.
Non si dice che gli enti locali hanno molte possibilità di mantenere la gestione pubblica se lo desiderano, ma sono obbligati a produrre evidenza della fondatezza di tale scelta, e a risponderne davanti ai cittadini.

3)
Ci si dice che affidare la gestione a privati è sempre e comunque un male, enfatizzando oltremisura problemi e difficoltà che pure esistono; ma si tacciono i molti casi in cui è la gestione pubblica a funzionare come “poltronificio” e “assumificio” e non come custode del bene comune.

4)
Ci si fa credere che: “via i privati, via il profitto e l’acqua tornerà a sgorgare gratis”. Ma non si spiega che i soldi necessari ricadranno sotto forma di spesa pubblica e tasse.

5)
Ci si chiede di votare “contro il profitto” contenuto nelle tariffe, ma non ci si dice in che modo i gestori o gli enti locali potrebbero procurarsi le risorse finanziarie necessarie per sostenere gli investimenti. Da notare che il decreto che ancor oggi disciplina le tariffe, fu firmato nel 1996 dal Ministro Antonio Di Pietro.

6)
Ci si dice che “l’acqua non si vende”, ma poi quando si chiedono come faremo a sostenere il costo di gestione (che comunque va pagato) si ricorre a improbabili soluzioni di finanza creativa, o vaghi risparmi in altri capitoli della spesa pubblica.

7)
Si vagheggiano gestioni cooperative e solidali, ma non si riesce a proporre un esempio concreto in cui tale “modello” stia funzionando. Vi si assimilano erroneamente, gestioni pubbliche che funzionano bene, proprio perché hanno saputo creare aziende equilibrate che si finanziano con le tariffe. Olanda, Germania, Stati Uniti, Svezia, Finlandia, Austria (l’elenco potrebbe continuare): realtà dove la gestione è pubblica, e non a caso le tariffe sono le più alte del mondo.

8)
Anche chi promuove il privato punta alla demagogia. Delle gestioni pubbliche si fa un indistinto coacervo di carrozzoni in mano alla politica. Dalle gare o dalla regolazione indipendente ci si aspettano soluzioni taumaturgiche, dimenticando che la regolazione deve essere costruita prima e non dopo

9)
Si favoleggia di una concorrenza che non può riguardare l’acqua. Si prospettano gare al migliore offerente, che qui non possono funzionare.

10)
Sui mezzi di comunicazione, gli opposti schieramenti si affrontano a colpi di slogan.
A chi non accetta di essere collocato sotto alcuna bandiera del SI o del NO – anche se per motivi razionali e dimostrabili - la cosiddetta “par condicio” impedisce l’accesso alle trasmissioni radio e tv.
Meditate gente, meditate...

martedì 17 maggio 2011

17 maggio 2011: parte la campagna per le Comunali del 2016!



Intanto un ringraziamento a quanti hanno condiviso il progetto di FORZA ALASSIO.
Avevamo avuto sentore di qualcosa che nel PDL funzionava poco, fatto che ha portato alla costituzione del nostro sodalizio, il risultato delle Comunali ne è stato la conferma.
I vincitori, ai quali va il nostro democratico rispetto, hanno vinto con il 36% dei voti espressi, il 25% del consenso tra gli aventi diritto.
Solo un elettore su quattro ha votato per Avogadro, ma purtroppo il PDL non ha fatto di meglio. Urge una profonda riflessione.
Il vero vincitore è stato però il partito dei non votanti, sempre più folto e numeroso, un elettore alassino su quattro non ha votato.
Da oggi riprende con più vigore il nostro impegno per Alassio.

FORZA ALASSIO!



venerdì 11 febbraio 2011

L’Associazione Culturale “FORZA ALASSIO” (www.forza-alassio.it), già dalla primavera del 2010, ha costituto un gruppo di studio per elaborare un programma di governo per la città di Alassio, in vista delle prossime elezione per il rinnovo del Consiglio Comunale.
L’estensione del documento ha visto impegnati numerosi iscritti e simpatizzanti del PDL e non, ma soprattutto è stata determinante la partecipazione di un folto gruppo di giovani “under” trenta, con l’apporto di nuove idee e inediti progetti per Alassio.
Il progetto per un’Alassio del futuro e di un programma elettorale che possa confrontarsi con i mutamenti avvenuti di recente nell’economia turistica, e che sia in grado di reggere alle sfide che certamente dovrà affrontare la comunità alassina, sono state sfide affrontate con entusiasmo dal nostro gruppo.
Nelle serate del 31 gennaio e del 7 febbraio abbiamo esposto al Direttivo del PDL alassino, presenti Giunta e Consiglieri del centrodestra, i risultati del nostro impegno. Dai commenti manifestati durante le serate, alla presenza del Consigliere Regionale arch. Melgrati, abbiamo ricavato suggerimenti per ulteriori considerazioni da apportare alla nostra bozza.
Anche se il nostro programma non è ancora il programma ufficiale della coalizione PDL-Lega, è comunque una piattaforma dalla quale non potremo prescindere.
E’ pertanto ingiusta l’asserzione che nel centrodestra non si stia preparando un programma elettorale credibile.
Il problema è piuttosto la ricerca di una personalità, condivisa dalla coalizione, che possa candidarsi al ruolo di primo cittadino. Nostra convinzione è che debba esserci una dialettica democratica che porti nel più breve tempo possibile all’identificazione di una candidatura che, pur nella conferma della politica di centrodestra liberale finora attuata, dia un segnale di discontinuità con certe posizioni deboli del passato. La nostra è infatti una rivoluzione copernicana della politica alassina: al centro dell’interesse dovrà essere non più la Città di Alassio ma il cittadino alassino.
Meno box, che peraltro cominciano ad essere in sovrabbondanza, ma più parcheggi a rotazione. Meno seconde case e più prime case: fermiamo l’avvilente esodo degli alassini che sono costretti ad emigrare nei comuni vicini, causa l’impossibilità di comprare o affittare case a prezzi accessibili.
Una manutenzione meticolosa dell’arredo urbano, del centro e delle frazioni, un interesse vero per la collina e per la sua valorizzazione. Il mare e la spiaggia dovranno essere i punti di riferimento certi e condivisi per il turismo alassino, e non terreno di scontro tra i diversi operatori economici.
Il pur ottimo lavoro svolto dall’Amministrazione uscente non ha, purtroppo, ancora risolto queste sentite problematiche.
Pertanto il candidato ideale dovrà avere più interesse al sociale, alla casa per i residenti, al lavoro per i giovani, alla sicurezza per gli anziani. Lavoro stabile e abitazione a costi contenuti per i nostri concittadini, ormai vere e proprie chimere nel nostro comprensorio, dovranno essere gli obiettivi primari della prossima amministrazione.
Vogliamo poi una politica ambientale che comprenda ad un maggior risparmio energetico, coinvolgendo i concittadini e l’Amministrazione comunale in un progetto di incentivazione alla produzione e all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili quali il solare e l’eolico.
L’”ecostenibilità” della nostra Alassio dovrà essere prioritaria a qualsiasi decisione futura.
FORZA ALASSIO darà il pieno appoggio al candidato che dimostrerà di essere in grado di attuare questo programma. Allo stato attuale certe “autocandidature”, alcune umoristiche e surreali, di cui si mormora nel PDL, ci lasciano perplessi. Così come in certi annunci commerciali, avvertiamo gli interessati con il classico monito: “ASTENERSI PERDITEMPO”, specie se noti faccendieri e/o ambiziosi incapaci.
Il Direttivo di FORZA ALASSIO.

giovedì 20 gennaio 2011

Due pesi due misure...

Palmiro Togliatti
Nilde Jotti

Assistiamo in questi giorni all'ennesimo attacco dei PM milanesi al Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi. Attacco ingigantito dai giornali e dai media di sinistra che cercano di infangare la credibilità del Governo con supposizioni che già vendono come condanne.
A questa gente dalla poca memoria ricordiamo quanto accaduto tra le loro file sul finire degli anni '40.

Parliamo di quella Nilde Iotti che, poco più che ventenne,  divenne l'amante dell'anziano segretario del PCI Palmiro Togliatti, che per lei abbandonò la stagionata moglie Rita Montagnana ed il loro figlio Aldo (disabile). In seguito Nilde Iotti entrò in parlamento (1946) arrivando fino alla terza carica dello Stato, dove comunque si distinse per equità e imparzialità.

Insomma condusse una vita agiata nei palazzi del potere grazie al fatto di essere stata, giovanissima, l'amante di un anziano potente, altrimenti sarebbe rimasta una oscura militante di provincia.

Ciò che la sinistra indica come peccato se riguarda la destra, diventa epica leggenda  se il fatto coinvolge i "compagni"...